LA MILANESIANA 2008

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Ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi

i quattro elementi

fuoco terra aria acqua

La Milanesiana Letteratura Musica Cinema giunge quest’anno alla nona edizione. Promossa dalla Provincia di Milano e dal Comune di Milano, con la collaborazione della Regione Lombardia e da un sempre più nutrito gruppo di sponsor privati, la manifestazione si svolge nelle sedi del Teatro Dal Verme, del Teatro Arcimboldi, dello Spazio Oberdan e, per gli incontri del mattino, della Sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera e del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci”, dove gli autori ospiti del Festival, in un arco di tredici incontri-dibattito, conseguenza diretta degli spunti emersi nelle serate precedenti, potranno conversare sulla base delle sollecitazioni fornite dai coordinatori di diverse testate giornalistiche. Forte degli oltre 300.000 spettatori che ci hanno donato la loro attenzione e il loro entusiasmo per otto anni consecutivi, la Milanesiana si ripropone oggi con una tabella di marcia molto ricca: 120 ospiti internazionali, 7 Premi Nobel, 2 Premi Pulitzer, 1 Premio Abel per la matematica, e 1 Premio Cervantes per la letteratura. Il tema principale scelto quest’anno  è nuovo e al tempo stesso “antico”, come il mondo, “I quattro elementi”: fuoco, aria, terra, acqua. Sono le basi del nostro essere, e quindi anche del nostro sapere. Tematizzarlo significa perciò, nello spirito che anima la Milanesiana, aprirsi ancora una volta alla varietà delle conoscenze, delle discipline, dei generi. Letteratura, musica, cinema, arte e scienza appaiono in tale prospettiva come le angolature particolari di un unico volto, in cui potremo riconoscerci meglio sulla base delle proposte e dei suggerimenti che verranno da questa nona edizione del Festival. Ma veniamo subito al programma, ricco, delle serate.

Venerdì 27 giugno la Milanesiana inizierà con un incontro subito dedicato al nucleo tematico del Festival: “Lo stato delle cose: il conflitto e la concordia degli elementi – fuoco, aria, terra, acqua”. Avremo con noi Shirin Ebadi, avvocato e pacifista iraniana, la prima donna dell’Iran e la prima musulmana a ottenere il Premio Nobel per la pace 2003. Si confronterà con Thomas Crombie Schelling, Premio Nobel per l’economia 2005, che ha studiato, esercitando un enorme influsso sull’Occidente contemporaneo, le strategie del “conflitto” e della “cooperazione” all’interno della teoria dei giochi e dei comportamenti umani. Il Prologo della serata sarà affidato a Richard Ford, il “poeta del quotidiano” fra gli scrittori americani, Premio Pulitzer 1996, di cui Feltrinelli – suo editore sin dall’origine – pubblica il nuovo romanzo, “Lo stato delle cose”, e da cui Ford ci leggerà alcune pagine. Un concerto dell’ Ensemble Berlin chiuderà la serata. Il coordinamento sarà affidato a Ferruccio de Bortoli, direttore del “Sole 24 Ore”, con un intervento di Piergiorgio Odifreddi, il “matematico impenitente”, per la parte scientifica.

Sabato 28 giugno, la serata “Israele e la forza degli elementi (terra e acqua)” avrà per protagonisti donne e uomini di una fra le terre più tormentate di oggi, la terra dell’Alleanza e delle Sacre Scritture: Israele. Terra e acqua, questi elementi primordiali che stanno alla base delle vicende e dei vissuti della Bibbia ebraica, saranno i Leitmotiv dell’intervento di Elie Wiesel, Premio Nobel per la pace 1986, di cui i lettori di tutto il mondo ricordano il celebre “La notte”, sulla tragedia dell’Olocausto, che coinvolse direttamente lui e la sua famiglia, e i due volumi della sua autobiografia, uno sguardo appassionato sulla storia e la cultura del XX secolo. E poi Amos Oz, l’“Orwell sionista”, come è stato definito da “Newsweek”, autore di “Michael mio”, di “Non dire notte”, epopea di una piccola comunità israeliana nel deserto del Negev, alle prese con  i problemi e i drammi di ogni giorno, e, recentemente, di “La vita fa rima con la morte”.
Tra gli ospiti anche Moni Ovadia, attore teatrale, cantante e compositore di origine ebraica da sempre dedito al recupero e alla rielaborazione del patrimonio artistico, letterario, religioso e musicale degli ebrei dell'Europa orientale.
Per la parte musicale avremo Noa, nome d’arte di Achinoam Nini (“Sorella della pace”, in ebraico), una cantante israeliana che vede nella musica, fortemente legata nei motivi e nei ritmi alla sua terra, uno strumento per riavvicinare i popoli in conflitto, e che fu scelta da Roberto Benigni per cantare il brano principale della colonna sonora di “La vita è bella”. Il suo concerto, “Genes & Jeans”, ci introdurrà alle contraddizioni, ai dolori e alle speranze di un paese che ancora lotta per la sua identità e sopravvivenza. A lei si affianca Fabio Vacchi, famoso compositore. Coordina la serata Ernesto Ferrero, scrittore Premio Strega e direttore del Salone del libro di Torino, proprio dedicato quest’anno a Israele.

Domenica 29 giugno, confidando che l’Italia arrivi alla finale degli Europei e non volendo deludere chi al calcio non è interessato, apriamo la Milanesiana con una giornata di visioni e letture con Béla Tarr, il più grande cineasta ungherese dai tempi di Miclos Jancso, autore di “Sátántangó” (1990-1994), i cui film sono stati mostrati ai Festival di Cannes e di Venezia; e con lo scrittore ungherese che con Béla Tarr ha più collaborato e da cui Béla Tarr è stato ispirato, László Krasznahorkai. L’ultimo film di Béla Tarr, “L’uomo di Londra”, è tratto dal romanzo omonimo di Georges Simenon. Allo Spazio Oberdan, a partire dalle ore 11.00, vedremo dunque “Sátántangó” (450’) e “L’uomo di Londra” (135’). La serata verrà introdotta dalla muisca di John de Leo e dalle videoscenografie di Massimo Ottoni. Lunedì 30 giugno, nella serata “La moltiplicazione del fuoco amico (acqua e fuoco)”, un incontro dedicato alla coesione degli elementi, all’amore in senso biologico ed esistenziale, sarà la volta di un altro ospite israeliano, lo scrittore Abraham Yehoshua, che per il suo interesse specifico per la sessualità e i rapporti che ne vengono di conseguenza condizionati è stato spesso considerato un simbolo della “complessità” ebraica: amore, religione, fede, ideologia politica, routine quotidiana, sono al centro della sua indagine letteraria. Accanto a lui, Craig Venter, il biologo e scienziato noto per aver dato un contributo fondamentale alla ricerca sul sequenziamento del genoma. La parte musicale sarà invece affidata a Gavin Bryars, compositore inglese, teorico di una estetica minimalista in musica, che con il suo Ensemble di voci e strumenti ci farà immergere nelle delicate sonorità delle laudi e dei madrigali petrarcheschi (“Madrigals and Laude”). Lo scrittore Mario Fortunato, autore, tra gli altri, di “I giorni innocenti della guerra” e di “Luoghi naturali”, coordinerà la serata.

Martedì 1 luglio, per il tema “La Primavera e L’uccello errante Lungo il fiume (aria e acqua)”, avremo dapprima, allo Spazio Oberdan, un confronto cinematografico con lo scrittore cinese Gao Xingjian e il regista Ermanno Olmi. Gao Xingjian, artista totale, narratore, poeta, saggista, pittore, drammaturgo, è autore del celebre “La montagna dell’anima”, viaggio fra sogno, riflessione e ricordo nelle tortuosità della Cina post-rivoluzionaria. Premio Nobel per la letteratura 2000 (l’unico scrittore cinese cui è stato assegnato questo ambito premio), Xingjian ci presenta il suo primo film, “La Silhouette sinon l’ombre”, una esplorazione del suo stesso processo creativo, fra letteratura, teatro e pittura. Ermanno Olmi, autore dei celeberrimi “L’albero degli zoccoli” (Palma d’oro al Festival di Cannes 1977) e “La leggenda del santo bevitore” (Leone d’oro alla Mostra del cinema di Venezia nel 1988), ci offre invece la visione di due suoi documentari, “Lungo il fiume” (1992) e “Cantando dietro i paraventi” (2003), in cui scopriremo il suo mondo poetico, fatto di attenzione per le cose della vita quotidiana, per i minimi eventi registrabili dall’occhio umano e potenziati perciò dalla macchina da presa. enrico ghezzi introdurrà le proiezioni. La giornata proseguirà, la sera, al Teatro Dal Verme, con letture degli stessi Gao Xingjian ed Ermanno Olmi e con una lectio brevis del Professor Giovanni Reale intitolata “La Primavera di Sandro Botticelli”, analizzata alla luce delle più recenti acquisizioni filologiche e anche secondo una inedita lettura personale. La serata, che si avvale del coordinamento di Ferruccio de Bortoli, si concluderà con l’esecuzione, da parte dell’ Orchestra dei Pomeriggi Musicali, della “Primavera” di Ottorino Respighi, come un contrappunto sonoro agli argomenti toccati in una giornata così intensa.

Mercoledì 2 luglio la serata al Teatro degli Arcimboldi avrà per tema “I comportamenti sulla terra delle cose e degli uomini (terra e aria)”. Dopo un Prologo di Antonio Scurati, autore di “Una storia romantica”, ovvero il nuovo romanzo storico all’inizio del Terzo Millennio, avremo ospite Robert Betts Laughlin, Premio Nobel per la fisica 1998, che ci illustrerà i fondamenti teorici del “principio antropico”. Un altro ospite sarà poi lo scrittore David Leavitt, che si presenta al pubblico della Milanesiana con una lettura inedita il cui titolo è “In fiamme”. Fra i padri del minimalismo americano, Leavitt è sceso, con le sue opere, negli abissi della materia umana, la “carne”, indagando le passioni e il processo di lento disfacimento della nostra società e della famiglia tradizionale. Queste atmosfere torbide e dirompenti saranno poi nuovamente evocate con forza dal concerto dei Jethro Tull, che festeggia quest’anno i suoi quarant’anni di attività. Il coordinamento della serata è di Piergiorgio Odifreddi.

Giovedì 3 luglio, per il tema “Elementi della vita (i quattro elementi)”, avremo Paulo Coelho, in una serata speciale in tutti i sensi. Basti ricordare che i suoi libri, pubblicati in più di 150 paesi e tradotti in 63 lingue, hanno venduto oltre 100 milioni di copie nel mondo. Ascolteremo dunque Paulo leggere un suo testo inedito sugli ormoni dell’immaginazione, prima di dare la parola a Sir Michael Francis Atiyah, uno dei padri della geometria e della topologia algebrica contemporanea, Premio Abel per la matematica 2004. Nella seconda parte, musicale, della serata, incandescente sarà il concerto di Teresa Salgueiro, intitolato “Voce e Eu”. Leader del famoso gruppo dei Madredeus (di cui è nota a tutti la colonna sonora del film “Lisbon Story” di Wim Wenders, ospite negli anni scorsi alla Milanesiana), questa cantante è una vera e propria musa del “fado”, il canto popolare portoghese. Dalla sua voce udremo i guizzi e le improvvise allegrie del fado. La serata è coordinata da Maurizio Chierici, giornalista del Corriere della Sera.

Venerdì 4 luglio la giornata si svolgerà all’insegna di “Il trauma degli elementi (acqua e fuoco)”. Torneremo nel primo pomeriggio allo Spazio Oberdan, per la sezione cinema di questa Milanesiana, con  William Friedkin. Dell’autore di “L’esorcista” e di “Vivere e morire a Los Angeles”, vedremo un raro documentario (mai visto prima in Italia) degli anni sessanta, “The Bold Men”, in cui si ritrova il brivido a cui Friedkin ci ha abituati in una non fiction che è puro cinema e che ci mette a contatto con le forze primordiali della natura. Il film ci è stato proposto dallo stesso Friedkin in omaggio al tema  di questa nostra nona edizione. Di Mario Monicelli vedremo invece “I soliti ignoti” (1958), capostipite della commedia grottesca italiana e al tempo stesso commedia brillante che ha fatto epoca. William Friedkin ha scelto di commentare “Big Deal on Madonna Street”, il titolo inglese del film di Monicelli, avendone – come mi ha detto qualche mese fa – subìto profondamente l’influenza. enrico ghezzi ci introdurrà al mondo di questi maestri. La giornata proseguirà, la sera, al Teatro Dal Verme, con una lettura e frammenti cinematografici di William Friedkin e con una di un altro importante ospite, Patrick McGrath, l’autore dell’ormai mitico “Follia” e del recentissimo “Trauma”. McGrath ci porterà, con il suo intervento, nei meandri della psiche, dove gli elementi della natura confliggono allo stato puro in un’alternanza di salute e malattia, normalità e devianza, realtà e delirio. Dopo un “Nano-frammento” di Antonio Ciprì e Franco Maresco, i “ragazzi terribili” del cinema italiano, dedicato a Monicelli, si terrà un concerto di Barbara Hendricks (“Billie’s Blues”), cantante statunitense che, grazie alla sua voce di contralto, riesce a restituirci sia il sapore classico delle arie d’Opera sia la cadenza ritmata delle canzoni contemporanee. Il coordinamento della serata è di Antonio Gnoli, di “la Repubblica”, giornalista e scrittore.

Sabato 5 luglio il titolo della serata sarà “Qualcosa da dirti: dal Pakistan al Tibet (terra)”. Avremo con noi Richard Ernst, Premio Nobel per la chimica 1991, che ha indagato il fenomeno della risonanza magnetica e che ci racconterà “I quattro elementi nella pittura tibetana vista dagli occhi di uno scienziato occidentale”. Con lui Hanif Kureishi – autore di “Il Budda delle periferie” e di “Ho qualcosa da dirti” – il suo nuovo romanzo, in cui, come in Ernst, si fondono un’anima occidentale e un’anima orientale guidate da un infallibile istinto narrativo, ben noto al pubblico italiano. La serata, oltre a un intervento di Fiorenzo Galli e al coordinamento di Ivan Cotroneo, autore di “La kryptonite nella borsa”, prevede inoltre un concerto (“The Piano Sings”) di Michael Nyman, compositore, pianista  e musicologo inglese, celebre, tra l’altro, per la colonna sonora del film “Lezioni di piano”.

Domenica 6 luglio, per il tema “Due vite in Quella sera dorata e un Prologo (terra)”, si stabilirà un nuovo terreno di confronto fra cultura occidentale e orientale. Aprirà Fleur Jaeggy, sull’elemento terra, seguita da Peter Cameron, scrittore newyorchese, autore di cinque romanzi e insegnante di scrittura creativa alla Columbia University e alla Yale University. L’altro polo di questo confronto inedito è Vikram Seth, scrittore indiano affermatosi negli anni ottanta con “Autostop per l’Himalaya”, che descrive un avventuroso viaggio compiuto da Nanchino a Dehli, passando per il Tibet, terra che ricorre in questa edizione e che sta vivendo un momento drammatico, come è noto, a causa della sua lotta per la libertà. Ma il vero successo di pubblico e di critica è giunto per Vikram Seth con “Il ragazzo giusto”, edito in Italia da Longanesi. A Michele Campanella, un nome già noto al pubblico della Milanesiana e una presenza fissa da alcuni anni tra noi, spetterà il compito di accompagnarci nei regni della musica, con il melologo “Enoch Arden”, che vede la partecipazione di Andrea Renzi, attore che amiamo e che ritorna alla Milanesiana, uno tra i fondatori delle compagnie teatrali Falso Movimento e Teatri Uniti. La serata sarà coordinata da Ranieri Polese, inviato culturale del “Corriere della Sera”.

Lunedì 7 luglio l’ospite sarà Umberto Eco: un’altra presenza costante e sempre sorprendente al nostro Festival. Umberto Eco terrà un’importante lezione sulla immagine del fuoco nel pensiero occidentale, intitolata “La fiamma è bella”, un excursus filosofico su un concetto che, da Eraclito ai giorni nostri, continua ad animare segretamente la sapienza dell’Occidente, in tutta la sua portata simbolica. A Toni Servillo, invece, altro ritorno alla Milanesiana, il compito di illustrare, con una sua intensa lettura, i luoghi canonici della narrativa di Umberto Eco dedicati al tema del fuoco. A corollario della serata, il concerto “Arie di fuoco” di Antonio Ballista, pianista, clavicembalista e direttore d’orchestra fra i più noti in ambito internazionale. Il coordinamento è affidato a Mario Andreose, direttore letterario dell’RCS Libri e editor storico di Umberto Eco.

Martedì 8 luglio il tema conduttore sarà “Elementi di luce (acqua e aria – aria e acqua)”. Il primo pomeriggio, allo Spazio Oberdan, un omaggio al grande regista russo Aleksandr Sokurov, altro straordinario ritorno al nostro Festival, che prevede la proiezione di alcuni suoi film. In essi, l’occhio cinematografico si trasforma in un lungo, appassionato canto d’amore in cui l’analisi del passato e del presente della Russia si fondono in ampi gesti narrativi, misurati in una riflessione mistica su una terra in cui lo spazio fisico tende a sovrapporsi allo spazio dell’anima. La sera, al Teatro Dal Verme, ritroveremo Sokurov con un Prologo cinematografico, in anteprima mondiale nella sua versione restaurata: “Retrospettiva San Pietroburgo”, e con la lettura “Acqua”, insieme a un altro ospite, Derek Walcott, Premio Nobel per la letteratura 1992. Originario delle Antille Minori e titolare della cattedra di Poesia all’Università di Boston, Walcott ha fatto rinascere dalle sue ceneri, come ad esempio in “Omeros”, il poema epico, cantando il nostro tempo abbrutito dalla volgarità. Non ci può essere insomma uno scrittore più adatto per parlarci degli elementi primi e del loro valore universale. In questa cornice si inserisce il concerto di Giovanni Sollima (“Violoncelli, vibrate”), “contaminatore” di generi come il rock, il jazz, la musica classica ed etnica (altro ritorno). Insieme a lui, Monika Leskovar, solista di Zagabria la cui fama si è già estesa dalla Croazia al resto del mondo, e i Violoncellisti del Teatro alla Scala. La serata prevede un intervento di enrico ghezzi e il coordinamento di Pico Floridi, collaboratore della pagina culturale di “la Repubblica”.

Mercoledì 9 luglio, per il tema “Altri mondi (altri elementi)”, sarà nostro ospite Carlos Fuentes, Premio Cervantes per la letteratura 1987, uno dei maggiori esponenti della letteratura messicana contemporanea. Impegnato politicamente nel processo di democratizzazione del suo paese e dell’America Latina, Fuentes ha narrato nelle sue opere la vita delle famiglie patriarcali del Messico e i conflitti generazionali prodottisi nel corso dell’evoluzione storica del paese. Gli fa eco un’altra ospite, la scrittrice americana di origine bengalese Jhumpa Lahiri. Vincitrice del Premio Pulitzer 2000 per i racconti di “L’interprete dei malanni”, edito in Italia con altre sue opere da Guanda, questa narratrice ci parla dell’arduo e doloroso processo di assimilazione degli immigrati, esplorando in profondità il tema dell’identità che, invariabilmente, torna a cozzare contro il richiamo potente dell’origine sepolta. Una narrativa dell’esilio, dai toni lievi e drammatici al tempo stesso. Nel segno della versatilità e delle metamorfosi sarà anche il concerto di Ute Lemper, “Tra ieri e domani”. Attrice di teatro e di cinema, cantante, ballerina, Ute Lemper negli ultimi anni ha approfondito un vero e proprio viaggio attraverso diverse culture, diverse tradizioni affacciate al presente ma anche al passato, con un gusto particolare per la riattualizzazione di forme teatrali ed espressive del XX secolo. Le riproporrà qui, in una scelta apposita per la Milanesiana. Coordina la serata Riccardo Chiaberge, direttore del supplemento domenicale di “Il Sole 24 Ore”.

Giovedì 10 luglio dedicheremo la giornata a “Conan il barbaro”, a confronto con “Ipotesi su Cristo morto”. La prima parte degli incontri si svolgerà allo Spazio Oberdan con un omaggio al grande regista americano John Milius, autore di “Conan il barbaro” e di “Un mercoledì da leoni”. Celebrato nel 2002 da una grande retrospettiva al Torino Film Festival, presenta due film, “Il vento e il leone” (1975), storia della ribellione anticoloniale di un capo berbero, nel Marocco del 1904, e “Jeremiah Johnson” (in italiano “Corvo Rosso non avrai il mio scalpo”, del 1972), film di Sydney Pollack di cui Milius fu sceneggiatore e in cui ritroviamo il gusto di questo maestro del cinema per le scene di ampio respiro, il contatto con la natura e il coraggio del singolo. Saranno presenti alle proiezioni il regista e la critica cinematografica Giulia d’Agnolo Vallan, che ha curato la scelta dei film di Milius insieme al regista per questa Milanesiana. La sera, al Teatro Dal Verme, incontreremo ancora John Milius con una sua lettura inedita e Antonio Rezza, autore del recente “Credo in un solo oblio”, di cui vedremo in anteprima una parte del progetto “Ipotesi di un film su Cristo morto” che ci è parso attraversato da insospettate affinità con il Conan di Milius. Presente inoltre Edoardo Nesi, autore di "Per Sempre" e traduttore dello scrittore David F. Wallace. Seguirà un concerto di Elio delle Storie Tese, con arie da Mozart e da Rossini. Il coordinamento della serata è di Giulia d’Agnolo Vallan con un intervento di enrico ghezzi. Venerdì 11 luglio, la chiusura è affidata a un quinto elemento, il cinema, con proiezioni, schegge, echi da Simenon, insieme a Claude Chabrol, Roberto Calasso ed enrico ghezzi: tre film a sorpresa (allo Spazio Oberdan), un film-intervista inedito a Chabrol (al Teatro Dal Verme) ancora una volta in un dialogo tra visionarietà della scrittura e scrittura delle immagini. La parte finale della serata e di chiusura del Festival sarà affidata a un ospite eccellente, altro ritorno alla Milanesiana, Saburo Teshigawara, grande danzatore e coreografo giapponese. La sua performance, intitolata “Le onde di Saburo Teshigawara”, renderà omaggio al tema di questa edizione.

Si conclude, così, la nona edizione della Milanesiana, in un viaggio dentro i quattro elementi, fino al quinto, per superarlo e trovarne altri.


Elisabetta Sgarbi.

Direttore Artistico La Milanesiana Letteratura Musica Cinema Scienza Arte Filosofia e Teatro.